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Lombardia

Tv, l’arrivo del 5G e l’impatto sul sistema radiotelevisivo locale lombardo. Presentata la ricerca Corecom al Pirellone

Ottobre 16, 2020

MILANO – Il futuro dell’emittenza radio-televisiva locale di fronte all’introduzione della tecnologia 5G. E’ stato il tema affrontato questa mattina nel seminario organizzato dal Corecom Lombardia, il Comitato regionale per le Comunicazioni, che si è tenuto a Palazzo Pirelli nell’Aula del Consiglio regionale.

Realtà virtuale, intelligenza artificiale, realtà aumentata, Internet of Things, comunicazioni machine-to-machine. Sono solo alcuni  dei concetti che diventeranno sempre più familiari con l’avvento delle reti “di quinta generazione” e che sono stati approfonditi anche alla luce del passaggio epocale che dovranno affrontare le emittenti radiotelevisive locali (180 secondo Auditel).

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Un momento della presentazione al Consiglio regionale lombardo

La mattinata, aperta dal vice presidente del Consiglio Regionale Carlo Borghetti, è stata l’occasione anche per presentare la ricerca, commissionata dal Corecom a Polis Lombardia e a CeRTA (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica di Milano) e che affronta i temi del cambiamento in atto: disegna lo scenario europeo e italiano, espone la road map nazionale che porterà alla riconfigurazione della banda 700 MHz e alla rimodulazione delle frequenze utilizzabili dalle tv locali e presenta una analisi sul campo, sentendo direttamente la voce degli operatori del settore tv locale.

A quasi dieci anni dal passaggio dall’analogico al digitale, le emittenti radiotelevisive locali si apprestano dunque ad affrontare una nuova rivoluzione tecnologica: l’avvento del 5G. E, come ai tempi dello switch off del 2002, i timori sono tanti, anche se il comparto conserva una sua consistenza economica e spesso è in grado di realizzare produzioni di grande qualità: in 6 regioni, per esempio, l’informazione locale delle tv regionali è più seguita di quella marcata Rai. Insomma, quello dell’emittenza locale è un mondo che resiste e che chiede con forza di essere preso in considerazione dalle istituzioni chiamate a governare un nuovo passaggio epocale, con la consapevolezza che le emittenti locali rappresentano un presidio civico e informativo fondamentale, come testimoniato dai dati di ascolto in particolare durante il periodo dell’emergenza da Covid della scorsa primavera.

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Un momento della presentazione al Consiglio regionale lombardo

In Lombardia, già nel 2019, prima del Covid, gli ascolti delle prime nove emittenti si attestavano attorno all’1,5 % di share e nei primi 3 mesi del 2020 Antenna 3 ha registrato un incremento del 21%. Ad avere i dati migliori sono soprattutto le emittenti di carattere provinciale come la bresciana Teletutto, che passa dai 1767 individui di ascolto medio del 2019 ai 2365 del primo trimestre del 2020 (+34 %), con un picco di 3298 nel mese di marzo. Bergamo TV, per esempio, è il terzo canale lombardo con 3405 individui mentre la comasca Espansionesi consolida come quarto canale lombardo.

L’avvento del 5G – ha detto la presidente del Corecom Marianna Sala –  rappresenta una vera e propria rivoluzione tecnologica, che da un lato offre nuove opportunità per la nostra realtà sociale ed economica, ma dall’altro  segna una ulteriore riconfigurazione del mercato dei media e degli audiovisivi, con interrogativi non certo secondari per il comparto che più ci sta a cuore, quello dell’emittenza televisiva locale. Di fronte alla complessità del quadro normativo, istituzionale, tecnologico e culturale che viene delineato dall’avvento del 5G, il Corecom – in quanto Authority regionale e organo di consulenza per le comunicazioni – ha organizzato il seminario per fare sintesi dei numerosi passaggi in divenire e per informare gli operatori del settore TV locali e i cittadini sui radicali cambiamenti che avverranno nel giro del prossimo anno”.

Il periodo che abbiamo vissuto a causa della pandemia – ha detto  Alessandro Fermi, presidente del Consiglio regionale –  ha dimostrato quanto sono  importanti la prossimità, l’identità e il legame col territorio non solo in campo sanitario ma anche nell’ambito comunicativo. L’informazione locale, i giornali, le tv e le radio delle nostre province hanno avuto un ruolo fondamentale e come Regione dobbiamo ragionare su come supportare la comunicazione locale sia pure in un’epoca che va verso la comunicazione globale. In Ufficio di Presidenza, proprio in questi giorni, parleremo di una proposta di modifica economica alla legge regionale sull’emittenza locale (l.r 8/ 2018), perché è necessario sostenere la comunicazione fortemente radicata sul territorio”.

Per il vice presidente Carlo Borghetti “la transizione al 5G rappresenta una opportunità straordinaria per cittadini, imprese e istituzioni. L’evoluzione della tecnologia non può che essere un bene nella misura in cui sappiamo farne uno strumento alla portata di tutti, per garantire a tutti condizioni di sviluppo e partecipazione, e per superare le disuguaglianze sociali. Purtroppo alcune fake news hanno sollevato proteste contro il 5G, è quindi importante conoscere e comunicare al meglio questa tecnologia, come si fa in questo importante convegno di oggi”.

Alessandro Morelli, già presidente della Commissione parlamentare di indagine sul 5G e i Big Data che ha sottolineato che “quella del 5G è una vera e propria rivoluzione, la cui portata non si esaurisce solo in una accelerazione nella facilità di scaricare e inviare i dati dal proprio smartphone ma investirà tutti i settori della vita sociale. In questo scenario il parlamento ha messo in campo un’indagine che ha approfondito i temi dello sviluppo tecnologico legati alla tecnologia 5G, alle ricadute economiche, sociali ma anche  di sicurezza e privacy perché è necessario avere una “cassaforte” tutta italiana che tuteli e protegga i nostri i dati”.

Il vice presidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala ha affrontato il tema dell’innovazione del 5G nella nostra Regione: “In Lombardia la sperimentazione sul 5G riguarda Milano e 28 comuni. Si tratta di un test tra i più sviluppati d’Europa e noi vogliamo essere pronti per quando la nuova tecnologia potrà essere applicata. Si tratta di una vera e propria rivoluzione tecnologica che non riguarderà solo la tecnologia ma troverà spazio in tutti gli aspetti della vita sociale, economica, produttiva e medico-sanitario. Noi siamo già al lavoro con progetti che riguardano l’utilizzo dei droni e dell’energia negli edifici”.

Ai lavori sono intervenuti anche il professor Oreste Pollicino che ha parlato di pluralismo informativo come presidio per il sistema democratico, il Direttore generale per la pianificazione e gestione dello spettro radioelettrico del MISE Eva Spina e il responsabile staff chief technology office RAI Aldo Scotti che si sono concentrati sulla “liberazione della banda 700 MHz e i percorsi del Mise e di RAI”.

Paolo Carelli di CeRTA ha illustrato i risultati della ricerca mentre sui riflessi e i problemi che la svolta tecnologica del 5G rappresenta per le tv locali si sono alternati Maurizio Giunco (Confindustria Radio e Tv Locali), Fabrizio Berrini (Aeranti-Corallo) e Bianca Papini (Commissione Tecnica Confindustria Radio Televisioni).

Presente al seminario anche il segretario della Commissione di Vigilanza della Rai Massimiliano Capitanio: “Il 5G è il futuro –ha detto- e sarà un’infrastruttura fondamentale per portare i contenuti del sistema radiotelevisivo locale delle nostre tv, nei nostri smartphone, nelle nostre auto e non solo. E’ urgente uscire dalla fase teorica e promuovere e finanziare progetti pilota: in questo la Lombardia potrà essere pioniere”.

A concludere il workshop è stato Massimo Scaglioni che nel suo intervento si è soffermato sul peso delle tv locali nell’ambito dei dati di ascolto auditel.

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