Non si è fatta attendere, a Sesto San Giovanni, la replica delle forze di sinistra dopo che nella mattinata di martedì 6 maggio sul monumento intitolato a Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi, nello slargo a loro intitolato la scorsa settimana, sono stati ritrovati degli escrementi e un messaggio: “L’omaggio quotidiano a 2 fascisti”.
Slargo Ramelli e Pedenovi a Sesto San Giovanni: cosa è successo
A denunciare pubblicamente quanto accaduto era stato per primo l’assessore all’Urbanistica Antonio Lamiranda, che aveva parlato di “amara sorpresa”. ““La cosa grave – ha dichiarato Lamiranda – è che l’autore del gesto ha imbrattato un monumento che non è un bene “personale” di qualcuno, ma è un bene pubblico del Comune di Sesto San Giovanni, quindi chi si è reso protagonista di questo vile gesto ha imbrattato un bene di tutti noi. Auspico che tutte le forze democratiche della sinistra sestese prendano le distanze da questo gesto senza se e senza ma”.
La replica della sinistra
“Quello che è successo con la disgustosa vandalizzazione del monumento dedicato a Sergio Ramelli è l’emblema di quanto sta accadendo a Sesto: l’estremizzazione dei rapporti in una Città dove il confronto ormai non esiste più”, si legge in una nota di Alleanza Verdi Sinistra che prosegue: “Il monumento e lo slargo sono stati realizzati senza alcun confronto, bocciando la proposta, più unitaria e condivisibile, del Consigliere Foggetta per un’intitolazione “a tutte le vittime degli anni di piombo”, approvando invece, con il benestare di tutte le forze politiche al governo, quello che era già stato deciso nelle sale delle associazioni
“culturali”, senza avere neppure il coraggio di metterci la faccia. Singolare che, ora che qualche incivile li ha imbrattati, si chieda solidarietà e indignazione collettiva. Si attacca la Sinistra sestese per aver avuto l’ardire di dissentire. Si “auspica” (tradotto: si “ordina”) di prendere le distanze. Ma no. Noi non abbiamo nessun bisogno di prendere le distanze da nulla. Questa vergogna non fa parte del nostro modo di fare politica e di manifestare dissenso. Non ci sentiamo né responsabili, né riconducibili a quanto accaduto e quindi non daremo a nessun assessore la soddisfazione di nessuna scusa”.
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