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Sesto, quartiere Unione Zero: è polemica sul progetto

Gennaio 13, 2022

E’ notizia di questi giorni il perfezionamento dell’investimento da parte di Hines e Cale Street nel primo lotto del progetto di rigenerazione urbana che coinvolgerà le ex aree Falck di Sesto San Giovanni: 500 milioni di euro nel fondo immobiliare Unione Zero gestito da Prelios. Dal 1° febbraio inizieranno gli scavi ed entro la fine dell’anno verranno avviate le opere di costruzione. Prende così il via lo sviluppo del nuovo quartiere da 250mila metri quadrati progettato dallo studio di architettura Foster + Partners. Nello specifico verranno realizzate residenze in affitto per 45mila metri quadrati, residenze convenzionate per 25mila metri quadrati, uno studentato con 700 posti, un hotel, uffici per 48mila metri quadrati, negozi, co-working, baby-sitting e attività sportive. Si stimano un giro di affari di oltre un miliardo di euro e 2mila nuovi posti di lavoro. Oggi, inoltre, è stata resa nota la composizione dello studentato che servirà sia la nuova Università San Raffaele sia tutte le altre Università raggiungibili con la vicina fermata della linea M1 della metropolitana e con la stazione ferroviaria.

Il progetto del quartiere Unione Zero

I lavori non sono ancora iniziati ma le polemiche già non mancano. In particolare, come già capitato nel recente passato, è stato il Comitato dei residenti Acciaierie/Mazzini ad avanzare alcune considerazioni in merito al progetto dello studentato.

Si legge in un post su Facebook: “E piano piano vengono diffusi i rendering dei vari edifici che saranno costruiti nell’ambito del Quartiere Unione 0. Il primo a prendere forma sembra essere lo studentato su via Acciaierie che potrà ospitare sino a 700 studenti su una superficie commerciale di 22.000 metri quadrati. La nostra domanda al proposito rimane sempre la stessa da molti mesi: che senso ha costruire uno studentato in città per studenti che frequentano università fuori da Sesto San Giovanni? Sappiamo esistere già strutture destinate allo scopo, in numero adeguato, nelle aree dove sono dislocate le suddette Università. Questi studenti, al contrario di come qualcuno pensa, passeranno la giornata fuori da Sesto San Giovanni spendendo e consumando fuori da Sesto San Giovanni. E ci auguriamo, a questo punto, anche la sera (Milano per ora è certamente più attrattiva di Sesto dal punto di vista di uno studente, immaginiamo), perchè non vorremmo che le notti dei residenti, magari già avanti con l’età e lavoratori, fossero allietate da baldorie e schiamazzi sino a tarda notte. Perchè noi qui ci viviamo già e vorremmo continuare anche a dormirci serenamente. Se si voleva centrare lo scopo e fare le cose con il caro vecchio buon senso, scevro da pensieri di massimo guadagno, lo studentato avrebbe dovuto essere posizionato più vicino alla nuova Università. Si sarebbe potuto fare, eccome.
Alcuni si rallegrano poi, e fanno bene, del fatto che vivono da tutt’altra parte della città e quindi non avranno davanti agli occhi l’opera di tali magnifici architetti. Invece a noi residenti toccherà vederlo, insieme agli altri edifici simili in costruzione, tutti i santi giorni, per tutta la nostra vita e quella di quelli che ci seguiranno (stiamo esagerando? Va bene, ma la drammaticità talvolta serve a far capire meglio il punto di vista di chi sarà maggiormente impattato)

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