sabato, Aprile 27, 2024

Politica

Intini giornalista, politico, amico. Il commovente ricordo di Marco Volpati

Febbraio 13, 2024

L’ho incontrato l’ultima volta a Milano, il 31 ottobre 2023, a una cerimonia in via Settala per ricordare l’antica sede dell’Avanti!, assaltata e devastata un secolo prima dalle squadre fasciste. All’Avanti! Ugo aveva lavorato 27 anni, e per più di un decennio ne era stato direttore.

In quell’occasione ricordò che quel giornale socialista nato alla fine dell’800 era negli anni ‘20 il più diffuso in Italia. E personaggi come De Amicis, Gramsci, Mussolini, Nenni, Pertini e poi Craxi erano transitati per le sue redazioni e si erano espressi sulle sue pagine.

Lo avevo incontrato per la prima volta negli anni ’60, entrambi poco più che ventenni. Io agli esordi come praticante giornalista, lui già affermato come cronista sulla piazza di Milano. Seguiva con autorevolezza la “cronaca bianca”, la politica locale. Soprattutto il Consiglio comunale di Milano, dove erano presenti leader politici, come Malagodi, Cossutta e Tortorella, e altri che poi divennero protagonisti come Craxi.

In breve fu prima capocronista, successivamente capo della redazione di Milano, per poi seguire Craxi a Roma come portavoce e responsabile dell’informazione del PSI. Divenne direttore del Lavoro di Genova, quotidiano già guidato da Sandro Pertini. Poi dal ’78 dell’Avanti!

Ugo Intini

Siamo sempre rimasti in contatto, amici con sentimenti e interessi comuni. Appassionato e instancabile in attività di giornalismo e studi di storia, da deputato e uomo di governo (con gli esecutivi di Amato e poi di Prodi) era un riformista coerente e conseguente. La divisione in Italia tra socialisti e comunisti era per lui un fattore che limitava le chances di progresso e trasformazione della società nazionale; esistevano per lui due “radici” della sinistra che era difficile portare a sintesi. Così fu direttore della rivista Listy, che dava voce agli esuli della Primavera di Praga tra cui Jiri Pelikan, che i socialisti italiani portarono al Parlamento europeo. E sostenne la promozione del liberalsocialismo, detto anche Lib-Lab, in sostanza un socialismo che rifugga da qualsiasi tentazione autoritaria.

Nei tempi recenti, dopo la tempesta di Tangentopoli, la casa socialista era declinata fin quasi a scomparire, ma Intini ha continuato a studiare, scrivere, frequentare la politica, fedele alle sue idee. L’ultimo suo libro, “Testimoni di un secolo”, propone 48 saggi su personaggi del ‘900: riformisti di tutto il mondo e in più qualche loro contraltare (da Nenni agli eredi cinesi di Mao Ze Dong). Di politica internazionale era un profondo conoscitore. Quando l’ho incontrato mi ha detto che da Roma veniva regolarmente a Milano per curarsi al San Raffaele. Non avrei mai pensato a qualcosa di imminente. La notizia mi ha lasciato incredulo e addolorato.

Marco Volpati

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