Sonora sconfitta da punteggio tennistico (6-0) per la Pro Sesto contro il Piacenza nell’ultimo turno di campionato. Per i biancocelesti, rimasti imbattuti per una serie di 7 partite in cui hanno ottenuto 6 vittorie ed un pareggio, è la seconda sconfitta consecutiva dopo quella rimediata contro il Como giovedì scorso. Nella trasferta di Piacenza, però, ha fatto e continua a fare discutere il metro di giudizio utilizzato dal direttore di gara Antonino Costanza della sezione di Agrigento nei confronti della Pro Sesto. L’arbitro al 26′ del primo tempo ha espulso Pecorini per un’entrata a piedi uniti su un giocatore avversario. Inizialmente Costanza è protagonista di un clamoroso abbaglio: rifila il cartellino rosso a Palesi, anzichè a Pecorini, salvo poi tramutare il provvedimento nei confronti del giocatore corretto su segnalazione del guardalinee. Ci si chiede: com’è possibile che l’arbitro, poco distante dal punto in cui è avvenuto il fallo, abbia potuto avere una svista del genere? Molti nostri lettori continuano a scriverci per condannare l’episodio e ci chiedono di ricordare al giudice di gara che stava dirigendo una partita tra due squadre professionistiche. Errori del genere, gravi in qualsiasi categoria, non sono ammissibili. Non solo. Oltre al danno anche la beffa. Dal calcio di punizione scaturito dal fallo di Pecorini, infatti, D’Iglio segna il gol del vantaggio per il Piacenza. Dopo l’espulsione di Pecorini, inoltre, mister Parravicini è costretto a coprirsi schierando Bosco al posto di Di Munno. La partita è ormai segnata. La decisione di Costanza, che tra l’altro è figlio d’arte in quanto il padre è stato un arbitro di calcio, poi assistente e ora osservatore arbitrale, è stata ritenuta severa anche dal giudice sportivo che, in parte, ha ristabilito equità comminando una sola giornata di squalifica a Pecorini. Sicuramente la Pro Sesto nelle ultime due uscite è apparsa meno in forma e grintosa rispetto alle precedenti. Ciò però non toglie, vedere le immagini per credere, che l’arbitro Antonino Costanza di Agrigento sia inadeguato sotto tutti punti di vista a dirigere questo tipo di incontri.